Challenge fatale su Tik Tok: in una lettera virtuale alla famiglia della bimba morta le riflessioni degli studenti dell’I.C. Marconi

Challenge fatale su Tik Tok: in una lettera virtuale alla famiglia della bimba morta le riflessioni degli studenti dell’I.C. Marconi

Studenti e insegnanti a confronto sull’uso consapevole dei social dopo la sfida fatale su Tik Tok che ha portato una bimba palermitana di dieci anni a strangolarsi. Una riflessione che, in questi giorni, sta coinvolgendo molte scuole cittadine, come l’Istituto Comprensivo ‘Marconi’, dove la professoressa Monica Ruffino, ha scelto di dedicare a questo tema un momento di approfondimento in due classi di seconda media.

“Subito dopo la notizia della tragedia – spiega l’insegnante di italiano – ho scritto su Classroom e ho invitato ragazze e ragazzi a rifletterci e a scrivere una lettera virtuale alla famiglia di Antonella spiegando a noi adulti la realtà dei social, raccontandoci perché piacciono, quali sono le modalità di Tik Tok di generare challenge e perché, secondo loro, molti si fanno adescare. Il giorno successivo abbiamo affrontato l’argomento tutti insieme. Nel frattempo, abbiamo inviato un messaggio a studenti e genitori con il link della polizia postale dedicato proprio alle sfide, con indicazioni utili e informazioni per segnalare eventuali pericoli”

Che reazione hanno avuto?

“Erano tutti addolorati e sconvolti. Ma erano anche determinati a farci comprendere l’importanza della rete per loro, soprattutto da quando è cominciata la pandemia. In un momento di paura, di solitudine, di tensione come quello che stiamo vivendo, i social network per gli studenti sono stati e sono uno strumento essenziale di socializzazione, un modo per rilassarsi e divertirsi. Su venti allievi per classe solo uno o due non possiedono almeno un profilo. E nessuno intende rinunciare ad usarli. Nella maggior parte dei casi cercano sul web contenuti leggeri e divertenti. Utilizzano profili alternativi, con uno pseudonimo, perché lo dedicano a qualche passione, ad esempio i disegni di anime. La morte di Antonella ha suscitato lo loro curiosità sulle blackout challenge. Si sono documentati, l’hanno cercata, hanno visto video su YouTube. Un’alunna l’aveva trovata già prima della morte di Antonella e ha riferito di commenti nei quali qualcuno descriveva la sensazione provata prima di svenire. Una studentessa ha invitato i genitori a stare più attenti alla vita virtuale dei figli. La maggior parte considera i social strumenti utili, attraverso i quali ognuno può scegliere chi e cosa seguire, ma che possono diventare pericolosi se si è ingenui o deboli e ci si fa adescare. Alcuni hanno scritto che avere tanti profili, password e pseudonimi può rivelare il desiderio di nascondersi dagli adulti”.

Nelle lettere evidenziano il ruolo degli influencers…

“Con le app Tik Tik, Instagram, Youtube o nella piattaforma di social news Reddit i ragazzi seguono tanti personaggi e, spesso, attraverso l’emulazione puntano ad aumentare i followers. Si va dagli influencer del mondo dello spettacolo, che pubblicano balletti o cantano, ai profili pittoreschi che diventano popolari perché parlano della propria vita quotidiana mentre divorano cinque pizze familiari o perché hanno la passione per le bambole. Ma ci sono anche contenuti intelligenti, dal fotografo famoso che spiega come fare scatti migliori al museo degli Uffizi che sfrutta le colonne sonore o i temi popolari per fare diventare pop i quadri. Comunque, tra contenuti interessanti e altri di puro svago, impegnano molte ore del loro tempo”.

Hanno raccontato di esperienze negative in rete, gesti di cyberbullismo?

“Il cyberbullismo e le offese legate all’aspetto fisico, il body shaming, sono abbastanza diffusi, in particolare con app come Snapchat, dove ci sono molti profili anonimi”.

La vostra scuola partecipa al progetto EduVision per un uso consapevole del web…

“Sì, una importante iniziativa di sensibilizzazione cominciata l’anno scorso, che prevede incontri con esperti, ai quali partecipa a titolo volontario quasi tutta la classe, e un percorso più ristretto che coinvolge 25 ragazzi e ragazze del nostro istituto e del liceo Cannizzaro. Il prossimo appuntamento è un webinar che si terrà il prossimo 5 febbraio. Tra i ragazzi che lo stanno seguendo registriamo una maggiore consapevolezza”.

Nel documento allegato una selezione delle lettere scritte dagli studenti dell’I.C. Marconi alla famiglia di Antonella

 

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