Il Movimento cooperazione educativa celebra i suoi 70 anni a Palermo. Marano: “Dialogo interculturale al centro della nostra progettazione pedagogica”

Il Movimento cooperazione educativa celebra i suoi 70 anni a Palermo. Marano: “Dialogo interculturale al centro della nostra progettazione pedagogica”

Oggi pomeriggio, nella sala delle Carrozze di Villa Niscemi, ha preso il via l’evento per celebrare i settant’anni del Movimento di Cooperazione Educativa. Nato nel 1951 sulla scia del pensiero pedagogico e sociale di Célestin ed Elise Freinet, il Mce si ispira a un’idea di scuola pubblica, laica, democratica, aperta e partecipativa, pluralista e inclusiva.
L’incontro di oggi, dedicato al tema dell’interconnessione tra democrazia e intercultura, si è aperto con l’intervento del Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che ha espresso gratitudine per aver scelto la città come luogo dove celebrare l’anniversario del movimento. «Questi vostri settant’anni sono collegati a una dimensione interculturale che costituisce l’anima stessa della nostra città e la visione di questa amministrazione».
Anna D’Auria, segretaria nazionale del Movimento, ha spiegato come Palermo, da sempre attraversata dalle differenze e dalle contaminazioni antropologiche e linguistiche, non poteva che essere luogo privilegiato per affrontare i temi proposti dall’evento. «L’agire di un’amministrazione comunale è in sé un agire educativo, perché mira a costruire coesione sociale e benessere per i cittadini e per chi, in generale, attraversa la città». Palermo, come è stato ricordato, è la prima città ad avere aderito al tavolo inter associativo SaltaMuri, promosso da Mce nel settembre del 2018 in un periodo nel quale, ha sottolineato D’Auria, «assistevamo alla crescita di violenza verbale, a linguaggi escludenti, a stereotipi indotti, incitazioni alla discriminazione, e a una cultura dell’aggressività e della stigmatizzazione di gruppi umani che, all’epoca, non risparmiava i bambini».
Tra le relatrici dell’incontro Giovanna Marano, assessora alla Scuola del Comune di Palermo. «Oggi la democrazia non si può misurare, come qualcuno vorrebbe, con la tenuta dei propri confini nazionali. Viceversa, bisogna misurarsi con il tema dello spostamento di enormi masse di persone, donne e uomini, che dai paesi più poveri continueranno ad avere come meta di speranza, di realizzazione della propria vita, i paesi più ricchi. In questi anni di sovranismo – ha proseguito Marano – e di leader che tentavano di cacciare indietro i percorsi di inclusione, abbiamo lavorato affinché si affermassero le ragioni del dialogo interculturale. A Palermo, la scuola è stata la piattaforma più attiva e solida in questa direzione. E l’Unesco ce lo ha riconosciuto, conferendoci nel 2019 il titolo di “Città dell’apprendimento”».
L’incontro ha fatto emergere la necessità di riportare al centro del dibattito pubblico la questione del dialogo interculturale, nello specifico sul fronte della progettazione pedagogica.
«Abbiamo bisogno di riportare al centro questi temi, partendo dalle problematiche emerse durante la pandemia. Nei nostri asili nido, nelle scuole dell’infanzia, si è registrata una diminuzione delle iscrizioni di bambini figli di genitori migranti. Le donne migranti sono state le più colpite, le prime ad aver perso il lavoro e a non potersi più permettere di iscrivere i figli», ha spiegato l’assessora Marano, che in conclusione ha avanzato due proposte concrete:
1) che il coordinamento pedagogico di cui si devono dotare le città, e le linee pedagogiche approvate, tornino a dare spazio e priorità alla questione del dialogo interculturale, in termini di progettazione specifica
2) se il nido resta un servizio a domanda individuale, non potrà mai diventare uno strumento, una leva strategica per abbattere le disuguaglianze. Dunque servono delle scelte radicali: fino a una certa soglia di reddito, il servizio deve essere gratuito e deve garantire tutti i requisiti di qualità necessari.
La sessione di domani, martedì 9 novembre, si terrà tra le 17 e le 19,30 online attraverso la piattaforma Zoom MCE con un focus sul tema “Lavorare per l’intercultura: pratiche, riflessioni, prospettive”. I partecipanti saranno divisi in tre differenti gruppi:
– “Lingua e lingue in classe”
– “In/Contro: le mediazioni possibili”
– “Formazione e nuovi saperi”.
A questi lavori, seguirà un momento in plenaria in cui saranno rilanciate idee, piste di lavoro e ricerca, questioni irrisolte, nella direzione di individuare, diffondere, dare stimolo a prospettive future di ricerca e pratiche educative.
L’iniziativa ha il patrocinio del Ministero dell’Istruzione, del Comune di Palermo, dell’Università degli Studi di Palermo, dell’Università degli Studi di Catania, dell’Università Lumsa.